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La chiesa di Santa Maria del Carmine a Pavia nacque nel 1373 su una preesistente fondazione carmelitana. Costruita su progetto dell’architetto visconteo Bernardo da Venezia, rivela l’impianto tipico delle fondazioni gotiche lombarde di ispirazione cistercense. La pianta a croce latina è ripartita in tre navate. Il Carmine fu officiato dai Carmelitani fino alla soppressione napoleonica degli Ordini Religiosi del 1799 quando esso divenne Parrocchia. Delle cappelle laterali che si susseguono, otto per ogni lato, dall’ingresso principale del Carmine fino al coro, quasi tutte oggi presentano decorazioni pittoriche e stucchi Sei-Settecenteschi che andarono a sostituire decorazioni più antiche.

La realizzazione delle grandi chiese medievali poteva occupare tempi molto lunghi: solitamente si iniziava con l’abside, per poi proseguire con le fondamenta e i muri laterali; solo successivamente si costruivano le cappelle (a spese delle famiglie abbienti) ed infine la facciata. Così avvenne anche nella Basilica del Carmine: la Cappella del Battistero in particolare fu l’ultima ad essere eretta, solo nel 1490. Venne realizzata col contributo della nobile famiglia Visconti Scaramuzza ed era originariamente dedicata a Sant’Alessandro.

Dai documenti dell’Archivio si evince che nel settembre 1871 la cappella fu dotata di una nuova cancellata in ferro e nel 1875 fu fatto erigere il battistero in terracotta che tuttora possiamo ammirare. Venne realizzato dalla ditta Boni di Milano su progetto dell’ingegnere Guido del Maino, con armatura in ferro; del progetto, non piacque la vasca battesimale perché ritenuta non conforme allo stile del ciborio sovrastante, tant’è che ne fu presentato un secondo disegno con rivestimento in terracotta, subito accettato. Per affrontare la spesa si fece ricorso a donazioni private, della Fabbriceria e dello stesso parroco.


Per gli approfondimenti consulta la relazione storica integrale curata dalla Dott.ssa Giulia Morganti.